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Post Covid e rilancio dell’economia nazionale – Necessità di un profondo rinnovamento della PA

Emilio Roncoroni – Esperto Processi e Sistemi Organizzativi – Associato A+network

Gli eventi che caratterizzano Covid si iscrivono in una tendenza di lungo periodo che non possono non essere dimenticati.

Per la società italiana le tendenze più significative sono a mio giudizio due: perdurante calo della velocità di crescita del PIL, e la denatalità. Questo non significa che altri fenomeni non siano importanti, piuttosto che hanno un impatto inferiore. I paesi Ocse mostrano da quasi mezzo secolo un rallentamento nella velocità di crescita delle proprie economie che si attesta attorno ad un punto percentuale per ogni decennio; la crescente diffusione del benessere individuale limita gli incentivi all’impegno, inoltre il calo della natalità contrae la quota di persone in età lavorativa. Società con età media avanzate mostrano un calo dei consumi, confermando la correlazione negativa tra età e domanda di beni. Al crescere della popolazione con età media avanzata calano i consumi ed aumentano i risparmi, che trovano difficoltà ad essere incanalati in nuovi investimenti produttivi per la contrazione della domanda. Il risparmio in presenza di una politica monetaria accomodante è indirizzato in misura rilevante in investimenti azionari che possono offrire rendimenti nominali maggiori di quelli risk free (prossimi allo zero). Il processo di finanziarizzazione dell’economia trova altro carburante per essere alimentato.

Il rallentamento dell’economia italiana si associa ad una tendenza di lungo corso che domina il mercato del lavoro. Italia nel confronto con altri paesi UE conferma una elevata quota di persone non attive. Finora è preferita una situazione di disoccupazione volontaria rispetto a occupare posizioni lavorative forse giudicate non coerenti con il proprio profilo professionale ideale. Le imprese anche nel corso del 2020 denunciano una medio – alta difficoltà nel trovare persone interessate a coprire posizioni lavorative medium skill (indagine Excelsior e soprattutto Pietro Ichino). La difficoltà di colmare tale gap è da attribuire soprattutto all’offerta di lavoro (come poc’anzi indicato) oppure alla domanda che potrebbe essere orientata a richiedere prestazioni prevalentemente low skill? Siamo sicuri che il mercato del lavoro sia orientato a rider oppure non riusciamo a cogliere il venir meno di incentivi ad assumere responsabilità ed a accettare domande di lavoro con attività operative e non solo di scrivania? Il gap tra domanda e offerta di lavoro è anche influenzato da sovra istruzione? Infine è da ricordare che la minore partecipazione al lavoro aumenta il carico fiscale sugli occupati.

La ridotta dimensione media delle imprese italiane è certamente un fattore che contribuisce alla contrazione del tasso di crescita dell’economia; nel settore industriale il 35% degli occupati italiani sono attivi in imprese con meno di 19 addetti contro il 12% per gli occupati tedeschi; nelle imprese industriali italiane con oltre 50 addetti si trovano il 48% del totale degli occupati, in Germania il 79%. La produttività degli occupati italiani nelle imprese con oltre 50 addetti è pari a quella tedesca, inoltre in entrambi i paesi la produttività di questa classe di impresa è doppia rispetto a quella delle micro e piccole imprese (meno di 19 addetti). Uno degli aspetti di Covid è la revisione della composizione delle catene del valore con la riduzione di fasi e passaggi di lavorazioni, che comportano l’espulsione di imprese marginali, queste ultime sono sovente le micro e le piccole imprese. Cresce il make rispetto al buy. Gli strumenti finanziari presentati da Commissione UE sono un importante volano da utilizzare per ringiovanire parti del sistema economico italiano, a partire dalla diffusione di una cultura di impresa fondata su sistemi di progettazione con l’utilizzo di competenze diffuse. Questo aspetto coinvolge anche la PA nel suo complesso che necessita di un ricambio generazionale intenso nelle posizioni apicali, favorendo approcci per obiettivi, criteri di valutazione sulle performance.